ITALIAN GUINEAS DAY

ITALIAN GUINEAS DAY

Il Premio Parioli e il Regina Elena, in programma domenica 25 aprile alle Capannelle sono il corrispettivo di quelle che in Inghiterra vengono considerate le due grandi classiche per eccellenza, riservate ai maschi una e alle femmine l’altra, note con il nome di 2000 e 1000 Ghinee.

In Francia hanno preso il nome di Poules: per i maschi des Poulain, per le femmine  des Pouliches. Queste classiche si disputano in tutto il mondo e con il derby e le Oaks costituiscono il grande, meraviglioso percorso selettivo per i cavalli di tre anni da 1600 fino a 2400 metri ma , da alcuni anni, il derby in Europa si disputa anche sui 2200 alle capannelle e 2100 a Chantilly.

Le nostre classiche sono state introdotte nel calendario di selezione italiano con un esatto secolo di ritardo rispetto a quello inglese. Il derby di Epsom vide la luce nel 1780, quello di Capannelle praticamente 100 anni dopo. Esattamente come Parioli ed Elena che furono istituiti da noi nel 1907, un secolo più o meno dopo quelle inglesi. Se poi volgiamo il nostro sguardo più in generale al fenomeno ippico in assoluto il gap temporale che ci separa dalla madre patria del Turf ovvero l’Inghilterra lambisce quasi i due secoli.

Giacomo primo Stuart succedette alla grande Elisabetta giusto ad inizio 600 e fu lui che si adoperò e molto per lanciare il fenomeno delle corse, perciò sport dei Re. Dell resto anche i suoi discendenti si sono dimostrati nel tempo assolutamente all’altezza.

Agli Inglesi dobbiamo praticamente tutto: regole, cultura ippica, idea di selezione, istituzioni. Un insieme che il mondo intero ha mutuato nel tempo, ovviamente tarandolo in base alle esigenze dei singoli Stati.

Il Turf Italiano è stato capace, nei limiti del possibile, di fare di tutto per colmare il gap secolare che lo divideva da quello Inglese.

Se guardiamo alle imprese dei cavalli italiani nel contesto internazionale a partire dalla fine della prima guerra mondiale ci accorgiamo che davvero periodicamente siamo stati in grado di essere più che competitivi. Lo dobbiamo alla cultura, all’ingegno e alla passione dei tanti ippici che nel tempo hanno tenuto alta la nostra bandiera. Un nome non può essere taciuto: Federico Tesio, il genio che il mondo ci ha invidiato. Oggi circa l’ottanta per cento dei vincitori delle prove di selezione discende dal suo capolavoro, Nearco  che precedette la sua ultima definitiva creazione classica ovvero Ribot. Cosi da Ortello, colori di Giuseppe De Montel, laureato di Arco di Trionfo nel 1929, in avanti e per quasi un secolo il nostro galoppo sempre è stato capace di toccare vertici eccezionali. Nel percorso di formazione e di selezione un posto di enorme rispetto e valenza occupano le due Classiche che Capannelle sta per vivere, purtroppo a porte chiuse ma la speranza è che per il derby i cancelli della via Appia si possano alla fine aprire.

 

La corsa per le femmine, rigorosamente di tre anni, fu intitolata alla Regina Elena del Montenegro , consorte del Re Vittorio Emanuele III mentre il quella dei maschi , aperta e vinta spesso  fino agli anni 50 da femmine ( si correva a una o due settimane di distanza)   , mutua il nome dall’ippodromo attivo fino agli anni 20 e che insisteva nella zona dove adesso sorge il Villaggio Olimpico con annesso meraviglioso auditorium. La dirittura e le tribune lambivano il Tevere e Ponte Milvio. Ad inizio anni 20 la zona diventò Piazza D’Armi ma successivamente tornò all’ippica grazie al trotter di Villa Glori che nella seconda metà degli anni 50 fu portato a Tor di Valle per far posto al Villaggio Olimpico.

 

Ora è Capannelle che ha l’onore di alto contenuto anche culturale di vedere al suo interno correre galoppatori e trottatori.  Nessuno più del Conte Felice Scheibler, il primo grande rivale di Tesio, meritò di passare alla Storia del turf come primo vincitore delle edizioni inaugurali di entrambe le due classiche nel 1907 con Gostaco e Madree. Con il nome de course di Sir Rholand il Conte (che scomparve con gli anni 20) vinse  tre edizioni del Parioli. Il nome del Senatore Tesio apparve la prima volta nel 1912 con Guido Reni e non mettiamoci a contare le sue vittorie perché sono tantissime. Tutti grandi del nostro galoppo hanno iscritto il proprio nome nell’albo d’oro. De Montel inizia nel 24 con Lauco, i Crespi nel 33 con il sublime Crapom, Mantovani nel 40 con Jesolo mentre il dopo guerra è quasi cronaca, ben nota a tutti i veri appassionati. Il Parioli lo hanno vinto anche parecchie femmine (Tesio lo esigeva per selezionare in maniera assoluta) cosi nell’elenco si trovano Delleana, la madre di Donatello,  Nogara che diede nientemeno che Nearco, Jacopa del Sellaio che vinse anche il derby con l’unico torto di farlo poco prima di Archidamia che è nella Storia per essere l’ultima femmina ad aver vinto il nastro azzurro nel 1936. Il Parioli lo vinse Nearco che poi in due mesi fece suoi Filiberto, Derby, Italia, Milano e Grand Prix de Paris . Lo vinse anche il fratellastro Niccolò dell’Arca ma anche altre due super femmine come Astolfina e Saccaroa, vi trionfò Botticelli che dopo il derby andò, da anziano, a trionfare nella Coppa d’Oro di Ascot il vero grande sogno realizzato postumo da Federico Tesio, poi via tutti gli altri che hanno impresso il loro nome mano a mano nell’albo d’oro delle due Classiche fino agli ultimi nella edizione, unica, disputata a metà giugn , come ricorderete a causa della pandemia. Tra costoro i nomi eccelsi di scuderie come il Soldo e la Mantova con Archidamia e Peruviana ed ancora per Tesio Tokamura, la madre di Toulouse Lautrec, Rossellina niente meno che sorella di Ribot e madre di Ruysdael, la grande Tadolina  fino ai giorni nostri.

Un rito meraviglioso che sublima la cultura del turf e che ancora una volta potremo vivere domenica 25, in diretta sul canale Sky 220, un pomeriggio che oltre alle due classiche regalerà agli appassionati il Botticelli in vista del Derby e il Carlo Chiesa per le femmine veloci.